LA CONVERSIONE DI SAULO

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LA BIBBIA

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2011 19:10
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23/05/2011 18:19

Il canone giudaico-palestinese comprende l'insieme dei libri sacri riconosciuti ispirati dagli Ebrei e, con una diversa numerazione, anche dai promotori della Riforma. Gli Ebrei usano identificare questa raccolta di libri con una sigla: TNK , che viene vocalizzata con la lettera "a" per renderne possibile la lettura: TaNaK . Si tratta di un acrostico coniato con le consonanti iniziali delle parole indicanti le tre parti in cui è divisa la Bibbia ebraica: Torah (Legge), Nevìm (Profeti), K etuvìm (Scritti).
Elenco dei libri della Bibbia ebraica secondo il canone giudaico-palestinese:

Torah (o legge) che corrisponde al Pentateuco cristiano, ossia "cinque libri"

Genesi (1)
Esodo (2)
Levitico (3)
Numeri (4)
Deuteronomio (5)
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Nevìm (o profeti)
profeti anteriori: (nella Bibbia cristiana sono i libri cosiddetti "storici")
Giosuè (6)
Giudici (7)
I e II Samuele (unico libro) (8)
I e II Re (unico libro) (9)
profeti posteriori:
maggiori:
Isaia (10)
Geremia (11)
Ezechiele (12)
12 minori: (unico libro) (13)
Osea
Gioele
Amos
Abdia
Giona
Michea
Nahum
Abacuc
Sofonia
Aggeo
Zaccaria
Malachia
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Ketuvìm (o scritti)
Salmi (14)
Proverbi (15)
Giobbe (16)
I cinque rotoli (Meghillot)
Cantico (17)
Rut (18)
Lamentazioni (19)
Ecclesiaste (20)
Ester (21)
Daniele (22)
Esdra e Nehermia (unico libro) (23)
I e II Cronache (unico libro) (24)
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Come si può notare dai numeri tra parentesi a fianco di ciascun libro, la Bibbia ebraica per i rabbini risulta essere composta di 24 libri. Per questa numerazione abbiamo una documentazione nel libro apocrifo di 4° Esdra di cui riportiamo la seguente citazione:
« Allora io presi cinque uomini come mi era stato comandato. E il giorno dopo ecco che una voce mi chiamò dicendo: Esdra apri la tua bocca e bevi ciò che ti do da bere. Io lo presi e bevvi e quando ebbi bevuto, il mio corpo produsse intendimento; la sapienza crebbe nel mio petto e il mio spirito ritenne la sua memoria. La mia bocca si aprì e non si chiuse più. L'Altissimo diede conoscenza ai cinque uomini ed essi scrissero quanto io dettavo loro in ordine e in caratteri ad essi sconosciuti. Ed essi sedettero per quaranta giorni, scrissero di giorno e di notte mangiarono del pane. Ma in quanto a me, io parlai di giorno e di notte non rimasi silente. Così in quaranta giorni furono scritti novantaquattro libri. E avvenne che quando i quaranta giorni furono compiuti, l'Altissimo mi parlò dicendo: Metti in pubblico i ventiquattro libri che hai scritto, in modo che tanto i degni quanto gli indegni li possano leggere; ma i settanta ultimi procura di consegnarli solo al saggio di tra il popolo, perché in essi vi è la sorgente dell'intendimento, la fontana della sapienza e il fiume della conoscenza. Io feci ciò il settimo anno, nella settima settimana dopo 5000 anni, tre mesi e 12 giorni dalla creazione del mondo » (4° Esdra 14, 37-48, in R.H.Charles, "The Aprochripha and Pseudepigrapha of the O.T. in English", vol II, Oxford, 1964, pp. 623s. Il libro 4° Esdra fu scritto vero il 120 d.C.)

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Si tratta evidentemente di una leggenda, che però documenta l'esistenza di soli 24 libri ritenuti sacri e letti a tutti nelle sinagoghe. Sono i libri dell'Antico Testamento, che regolarmente nel Talmùd e nei Midrash sono chiamati "i 24 libri". Il racconto di Esdra ha uno scopo apologetico; vuole difendere la propria ispirazione e quella degli apocrifi che al suo tempo erano diffusi, ma che erano stati sconosciuti prima. Essi esistevano – scrive il libro – senza essere però noti perché erano stati volutamente tenuti nascosti per ordine divino. Anzi questi libri sono più importanti degli altri, perché mentre i primi si possono leggere da tutti, gli "apocrifi" (da apokrüpto = "occultare") sono invece riservati alle persone dotte e più intelligenti.

Un'altra numerazione, riferita da Giuseppe Flavio , parla di soli 22 libri, ma in realtà si accorda con il 24 precedente. Ecco come ne parla:
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23/05/2011 18:21

« Noi non possediamo una moltitudine di libri che sono in disarmonia e si contraddicono l'un l'altro (come avviene presso i greci), ma abbiamo solo ventidue libri che contengono il ricordo del passato, e giustamente vi prestiamo fede. Di essi cinque appartengono a Mosè, e contengono le sue leggi e le tradizioni dall'origine dell'umanità sino alla sua morte. Questo intervallo di tempo fu poco meno di 3000 anni; ma dalla morte di Mosè sino al regno di Artaserse, re di Persia, che regnò dopo Serse, i profeti che furono dopo Mosè, scrissero ciò che avvenne in tredici libri. Gli altri libri contengono inni a Dio e precetti di condotta della vita umana . . . Da Artaserse (sec. V) fino a noi, tutto fu scritto, però questi libri non hanno presso di noi la stessa autorità che i precedenti, perché non vi fu una sicura successione profetica » (Contro Apione 1, 8).

Il numero 22, tratto dalle lettere dell'alfabeto, è raggiunto combinando Rut con i Giudici e Lamentazioni con Geremia. Tale numero è pure ricordato da Origene, Epifanio e Girolamo. Segno quindi che agli altri libri apocrifi noti, usati e stimati anche in Palestina, non si attribuiva il medesimo valore degli altri libri ritenuti sacri.

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23/05/2011 18:21

Se teniamo conto della separazione dei singoli 12 profeti minori, che nella Bibbia ebraica sono considerati un libro unico, e della divisione in due dei libri dei Re (I° e II°), delle Cronache (I° e II°), di Samuele (I° e II°) e di Esdra-Nehemia, considerati anch'essi un libro unico, raggiungiamo il numero di 39 libri, che è appunto la cifra riconosciuta dai Riformatori. Essi costituiscono i libri protocanonici , vale a dire inclusi nel primo elenco ("canone"), e sono accolti come sacri tanto dagli ebrei quanto dai cristiani.

A questi libri ammessi da tutti, i cattolici aggiungono altri sette scritti, più alcuni frammenti aggiunti al libro di Ester, Daniele e II° Cronache, che mancano invece nell'originale ebraico, ma sono presenti nella versione greca dei LXX. Questi libri sono detti dai cattolici deuterocanonici , ossia appartenenti al secondo canone (dal greco: deuteros "secondo" e canone "elenco"), secondo la terminologia usata da Sisto Senese (m. 1569), perché si pensava che gli Ebrei di Alessandria avessero un loro elenco di libri sacri più esteso di quello palestinese.
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23/05/2011 18:21

Essi sono:

Giuditta
Sapienza
Tobia
Ecclesiastico (o Siracide)
Baruch
I° Maccabei
II° Maccabei
Fra i cattolici da una parte ed i protestanti, gli evangelici e gli ebrei dall'altra c'è un po' di confusione sulla terminologia usata per distinguere i 24 libri della Bibbia ebraica (= 39 per i Riformatori), dai 7 libri su indicati e da altri scritti ebraici molto antichi, che però non sono accolti da nessuno nell'elenco dei libri sacri.
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23/05/2011 18:22

Per i protestanti, gli evangelici e gli ebrei sono detti:

canonici , i libri appartenenti al canone giudeo-palestinese, dichiarati ufficialmente libri sacri ed ispirati dagli Ebrei nel sinodo giudaico di Jamnia verso 90 d.C., che invece i cattolici chiamano protocanonici .

apocrifi ("nascosti") i sette libri e le aggiunte al canone ebraico, che i cattolici invece chiamano deuterocanonici .

Pseudoepigrafi quegli scritti ebraici molto antichi, falsamente attribuiti a personaggi dell'antichità, che in realtà non li scrissero mai. Per esempio: il libro di Enoc, I Salmi di Salomone, il 3° ed il 4° di Esdra, il 3° ed il 4° di Maccabei, il libro dei Giubilei, ecc., che da parte cattolica invece sono detti apocrifi , "nascosti", cioè non appartenenti alla Bibbia.

E' preferibile, secondo noi, non usare il termine apocrifi ("nascosti") riferendoci a libri che, pur non essendo riconosciuti come sacri e quindi ispirati, venivano tuttavia letti e stimati sia dai giudei che dai primi cristiani.

Per maggiore chiarezza, ecco le differenze fra la Bibbia ebraica, la Bibbia protestante e la Bibbia cattolica nel seguente schema riassuntivo:

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23/05/2011 18:22

BIBBIA

Ebraica Protestante Cattolica
libri 24 corrispondenti ai 22 di Giuseppe Flavio ed ai 39 dei Riformatori A.T. identico alla Bibbia ebraica, ma per la diversa numerazione, i libri sono 39 A.T. = 39 libri più 7 deuterocanonici
N.T. non accolto N.T. 27 libri N.T. 27 libri
Totale 24 Totale libri 66 Totale libri 73
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23/05/2011 18:22

La questione dei libri deuterocanonici

Non riteniamo sacri e quindi ispirati i sette libri deuterocanonici aggiunti dalla Chiesa Cattolica Romana al canone ebraico per i seguenti motivi:

1) Pur essendo stati inseriti nella traduzione greca dei LXX (Settanta) (II° sec. a.C.), questi libri non sono mai stati ritenuti sacri e quindi ispirati dagli Ebrei, come risulta dalla testimonianza di 4° Esdra e di Giuseppe Flavio che abbiamo già citato più sopra. A conferma c'è anche la decisione del sinodo giudaico di Jamnia (90 d.C. ca.). Gesù stesso, pur censurando il comportamento degli scribi e dei farisei, ha detto: « Gli scribi ed i farisei siedono sulla cattedra di Mosè. Osservate dunque e fate tutte le cose che vi dicono di osservare » (Mt 23, 2-3). L'apostolo Paolo dice inoltre che agli Ebrei furono affidati gli oracoli di Dio (Rm 3, 2). Se gli scribi ed i farisei, come dice Gesù, siedono sulla cattedra di Mosè e se ad essi furono affidati gli oracoli di Dio, come ribadisce Paolo, possiamo essere certi che la loro decisione di stabilire quali fossero i libri sacri ed ispirati da Dio, fu una decisione pienamente legittima e conforme alla volontà divina.

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23/05/2011 18:23

2) Questi libri – a differenza dei protocanonici – presentano una grande varietà di recensioni (lunghe e corte) e di varianti, dimostrando che verso di loro si aveva una maggiore libertà di azione rispetto ai libri sacri, ritenuti intangibili.

3) Non vi fu mai discussione fra gli Ebrei di Palestina e quelli di Alessandria sul numero di libri sacri. Segno che le due correnti erano d'accordo a loro riguardo. I cattolici dicono che i palestinesi prima avevano anch' essi i deuterocanonici, che vennero poi rimossi per pregiudizi. Infatti a Qumrân si sono rinvenuti allo stato frammentario i libri di Tobia e di Ben Sira (Siracide o Ecclesiastico). Di più nella versione dei LXX i libri deuterocanonici si presentano frammisti a quelli protocanonici. Va però notato che i qumraniti possedevano molti altri scritti oltre ai deuterocanonici, come il Documento di Damasco, la Regola della Comunità, la Regola della Guerra, i Giubilei, ecc.. E' vero che gli attuali codici dei LXX presentano i deuterocanonici, tuttavia essi contengono anche altri scritti che non sono stati accolti dalla chiesa cattolica come sacri, quali le Odi di Salomone, il 3° ed il 4° di Esdra. Come mai si sono accolti i primi e non i secondi se entrambi esistevano nei medesimi codici frammisti con i canonici? Segno dunque che la pura presenza degli scritti in tali codici non bastava a dichiararli sacri. Perché da parte cattolica si sono accolti solo i sette deuterocanonici sopra nominati, tralasciando gli altri che vi si trovano a pari titolo presso i qumraniti e i manoscritti della LXX?

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23/05/2011 18:23

4) Passando poi all'epoca cristiana va notato come il N.T., nelle sue 263 citazioni dei libri sacri, non presenti mai i deuterocanonici, anche quando ciò avrebbe potuto servire per i suoi ragionamenti. Sono citati nel libro di Giuda alcuni apocrifi (come il libro di Enoc e l'apocalisse di Mosè), ma i deuterocanonici non sono mai citati. Anche le allusioni sono ridotte al minimo. E' ben difficile che ciò sia dovuto al puro caso, specialmente se si pensa che il loro uso sarebbe stato utile anche per sostenere dottrine del Nuovo Testamento. Si può quindi concludere che con grande probabilità ciò era dovuto al fatto che ad essi non si attribuiva il medesimo valore dei protocanonici. I pochissimi scritti protocanonici (come il Cantico dei Cantici . . .) che non sono citati nel N.T., si deve al fatto che essi non contenevano alcun riferimento alla dottrina neotestamentaria.

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23/05/2011 18:23

5) Circa l'uso dei deuterocanonici presso i primi cristiani, dobbiamo riconoscere che essi, utilizzando la Bibbia dei LXX, leggevano pure i libri deuterocanonici. Spesso anzi li presentavano come libri sacri in quanto usavano espressioni come "La Scrittura dice; la Sapienza dice". Ippolito, Cipriano ed Ireneo, introducono in tal modo brani della Sapienza di Salomone, di Baruc, di Tobia. Era difficile per loro agire diversamente. Tuttavia essi citano in tal modo anche il 3° dei Maccabei, il 3° e il 4° di Esdra, i Salmi di Salomone, i libri Sibillini che in seguito non furono ritenuti sacri.
Di più va ricordato che gli scrittori i quali fecero apposite ricerche sul canone biblico, eliminarono i libri deuterocanonici per accogliere solo i protocanonici, come appare dalle seguenti indicazioni:

II - III secolo : Melitone, vescovo di Sardi (ca 170), presenta come sacri e canonici solo i libri degli Ebrei.
Anche Origene (ca 240), pur citando anche gli altri libri, nel suo Commento al Salmo 1 dà l'elenco degli scritti sacri che sono fatti equivalere alle 22 lettere dell'alfabeto ebraico e consistono solo nei protocanonici.
Anzi Giulio Africano cercò di rimuovere dal testo greco di Daniele i brani che non si trovavano nell'originale ebraico e aramaico (brani deuterocanonici).

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23/05/2011 18:23

IV secolo : seguono la lista ebraica:
Atanasio nella sua Epistula festalis 39
Cirillo di Gerusalemme
Gregorio Nazianzeno
Epifanio
Anfilochio, l'autore dei canones apostolorum

V secolo:
Rufino
Girolamo
Pseudo-Atanasio
li accoglie invece Agostino

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23/05/2011 18:24

6) Dal fatto che anche coloro i quali negano l'autorità dei deuterocanonici ne facciano uso, si può dedurre che essi siano stati inconsistenti e riconoscano in pratica ciò che negano in teoria. Contro ciò milita l'affermazione di Girolamo il quale nella sua lettera ai vescovi Cromazio ed Eliodoro così scrive:

« Noi abbiamo tre libri di Salomone: I Proverbi, l'Ecclesiaste (o Qoelet) e il Cantico dei Cantici. Di fatto il libro intitolato l'Ecclesiastico ( o Siracide) e l'altro che falsamente si chiama Sapienza di Salomone, sono nell'identica situazione del libro di Giuditta, di Tobia e dei Maccabei. La chiesa li legge in verità; ma non li riconosce tra gli scritti canonici; li legge per edificazione del popolo, ma non per provare o autorizzare alcun articolo di fede»

Anche nel Prologo galeato (protettivo) Girolamo scrive:

« Questo prologo, che è come il principio galeato (= uno scudo, una difesa) delle S. Scritture, può convenire a tutti i libri che abbiamo tradotto in latino, affinchè possiamo sapere che i libri che stanno al di fuori (della cit. precedentemente presentata), devono essere ritenuti apocrifi. Perciò la Sapienza che volgarmente si dice di Salomone, il libro di Gesù figlio di Sirac, Tobia e il Pastore non sono nel canone. Ho trovato in ebraico anche il primo libro dei Maccabei; il secondo invece è greco, come si può dedurre anche dallo stesso stile ».

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23/05/2011 18:24

Questo è confermato anche dal fatto che nella comunità si leggevano altri scritti oltre a quelli sacri: a Corinto si leggevano le lettere speditevi da Clemente Romano e da Sotere. In Africa, in Asia e in Spagna si leggevano, nell'anniversario della morte, le passioni dei martiri senza per questo che divenissero ispirate.

7) Dal secolo VI in oriente i dubbi contro i deuterocanonici svanirono quasi del tutto, pur essendo stati sostenuti ancora nel secolo VI da Leonzio di Bisanzio e da Giunilio Africano; nell' VIII secolo solo da Giovanni Damasceno e nel IX secolo da Niceforo Costantinopolitano. In Occidente, forse per influsso di Girolamo, i dubbi persistettero più a lungo: circa quindici vescovi o studiosi si opposero ai deuterocanonici (o almeno ad alcuni di essi) nel corso di undici secoli. Tra costoro vanno segnalati:

Gregorio M., papa (m. 604)
Ugo di San Vittore (sec. XII)
S. Antonino di Firenze (sec. XV)
Il cardinale Gaetano (sec. XVI)
Nicola di Lira (sec. XIX)

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23/05/2011 18:25

Secondo il cardinale Pallavicini al Concilio di Trento (1545-1563) si chiese se si dovessero distinguere il libri sacri in due classi: quelli su cui poggiano i dogmi e gli altri utili a promuovere la pietà. Il cardinale Seripando (in un erudito opuscolo) propose di distinguere i libri sacri in "canonici" ed "ecclesiastici", ma non ebbe seguaci. Anche il cardinale Gaetano sostenne la distinzione in libri "protocanonici" e "deuterocanonici". Tuttavia il Concilio di Trento (1545-1563) non accolse tale idea e presentò l'elenco dei libri sacri, inclusi i deuterocanonici, concludendo con le seguenti parole:

« Se qualcuno non riterrà per sacri e canonici gli stessi libri integri con tutte le loro parti, così come si usò leggere nella chiesa cattolica e si contengono nell'antica edizione della Volgata latina, spezzando consapevolmente e imprudentemente le predette tradizioni, sia scomunicato »

Talvolta si dice che il Concilio di Trento (1545-1563) fu il primo a stabilire il canone degli scritti sacri, in realtà esso non ha fatto altro che ripetere ciò che già prima avevano stabilito il concilio di Firenze nel Decreto per i Giacobiti nel 1442 ; Innocenzo I, vescovo Roma, nella sua lettera al vescovo di Tolosa; Esuperio l'anno 405 ; il concilio III di Cartagine nel 397 e infine il cosiddetto decreto di Damaso, a lui falsamente attribuito, nel 381.

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23/05/2011 18:25

Dopo questa introduzione, necessaria per fare il punto della situazione, è possibile proseguire l'approfondimento sulla formazione del canone dell'Antico Testamento, consultando il primo capitolo della prima parte dell'opera " Il Romanzo della Bibbia" di Fausto Salvoni, edito dalla Libera Facoltà Biblica Internazionale di Via Del Bollo 5, Milano, 1980.
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23/05/2011 18:26

Capitolo 1
Nascita e sviluppo della Bibbia


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INDICE DELLA PAGINA
1. Infanzia e adolescenza della Bibbia
2. La fase della virilità biblica. La collezione profetica o Neviim
3. Il periodo della maturità biblica (Gli scritti o Ketuvîm)
4. La Bibbia cittadina del mondo antico
Conclusione
Nuova Discussione
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