LA CONVERSIONE DI SAULO

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La Divinità

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2011 19:10
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Ÿ Nella lettera agli Ebrei è scritto: "Ma voi siete venuti... a Dio, il Giudice di tutti" (Ebr. 12:22,23). Dio in questo caso è chiamato il Giudice di tutti; ma anche il Figliuolo è il Giudice di tutti perché Pietro ha detto di lui "ch’egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice dei vivi e dei morti" (Atti 10:42). Perciò dato che sappiamo che il giudicio appartiene all’Eterno, cioè al solo e vero Dio, e a nessun’altro, Gesù Cristo è Dio.

Ÿ Marco dice che Gesù disse a quell’uomo paralitico portato da quattro: "Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi" (Mar. 2:5). Al che alcuni degli scribi che erano lì presenti ragionarono in cuore loro dicendo: "Perché parla costui in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può rimettere i peccati, se non un solo, cioè Dio?" (Mar. 2:7). Ma Gesù conosciuti i loro pensieri disse loro: "Perché fate voi cotesti ragionamenti ne’ vostri cuori?

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Che è più agevole, dire al paralitico: I tuoi peccati ti sono rimessi, oppur dirgli: Lèvati, togli il tuo lettuccio e cammina? Ora, affinché sappiate che il Figliuol dell’uomo ha potestà in terra di rimettere i peccati: Io tel dico (disse al paralitico), lèvati, togli il tuo lettuccio, e vattene a casa tua" (Mar. 2:8-11). Come potete vedere Gesù Cristo aveva il potere di rimettere i peccati. Perciò Gesù non poteva non essere Dio oltre che uomo e questo perché nei Salmi Davide dice di Dio: "Egli è quel che ti perdona tutte le tue iniquità" (Sal. 103:3), ed anche: "Tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato" (Sal. 32:5). Se lui fosse stato solo un uomo allora sì che avrebbe bestemmiato, ma il fatto è che Egli era, oltre che vero uomo, anche vero Dio e perciò aveva e continua ad avere il potere di rimettere i peccati agli uomini. Noi infatti abbiamo creduto in Lui ottenendo da lui la remissione dei peccati. Gloria al suo santo e benedetto nome ora e in eterno. Amen.
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La natura umana di Cristo

Gesù Cristo è chiamato il Figliuol dell’uomo perché egli, pur essendo il Figlio di Dio, nacque secondo la carne da una donna. Egli, oltre ad essere il vero Dio secondo che è scritto: "In lui si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza" (Col. 1:19), era anche un vero uomo, con un corpo umano come il nostro. Quindi, avendo egli un corpo come il nostro, doveva mangiare, bere, dormire, come noi. Ora, la natura umana di Gesù Cristo emerge dalle seguenti Scritture che noi paragoneremo con delle altre che si riferiscono a Dio e ciò al solo fine di farvi comprendere che Gesù come Figliuol dell’uomo era di poco minore a Dio secondo che è scritto nei Salmi: "Tu l’hai fatto poco minor di Dio" (Sal. 8:5).

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Giovanni dice: "Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso la fonte" (Giov. 4:6), quindi Gesù si stancò. Ma noi sappiamo che in Isaia é scritto di Dio che "Egli non s’affatica e non si stanca" (Is. 40:28); ma questo non ci spinge a dire che Gesù nei giorni della sua carne non era Dio, perché quella sua stanchezza era dovuta al fatto che Egli aveva un corpo umano soggetto a dei limiti.

Ÿ Matteo dice: "Ed essendo egli entrato nella barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco farsi in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù dormiva" (Matt. 8:23-24); mentre nei Salmi è detto che "colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà" (Sal. 121:4). Ora, sulla barca, in quell’occasione il Figlio di Dio dormiva e questo perché aveva un corpo che si stancava ed aveva bisogno di riposo. Notate che Matteo dice che Gesù dormiva, ma non che Dio dormiva perché Dio non può mettersi a dormire. Ma benché Gesù dormì noi non diciamo che Gesù non era Dio e questo perché sappiamo che il Figliuolo, essendo nell’esteriore come uomo, aveva bisogno pure di dormire.

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Ÿ Gesù disse: "Ma quant’é a quel giorno ed a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli dei cieli, neppure il Figliuolo, ma il Padre solo" (Matt. 24:36). Ora, noi sappiamo che "l’Eterno è un Dio che sa tutto" (1 Sam. 2:3), quindi come mai Gesù Cristo che era Dio disse di non sapere né il giorno e né l’ora della sua seconda venuta? La ragione è perché egli era anche un uomo.

Non c’é quindi da meravigliarsi se Gesù prima di morire disse ai suoi discepoli: "Se voi m’amaste, vi rallegrereste ch’io vo al Padre, perché il Padre é maggiore di me" (Giov. 14:28), perché Egli come Figliuol dell’uomo era inferiore a Dio Padre secondo che é scritto nei Salmi:

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"Tu l’hai fatto poco minor di Dio" (Sal. 8:5), ed in quest’occasione parlò come Figliuol dell’uomo. Certo, ogni qualvolta parliamo della natura umana che assunse il Figlio di Dio pur rimanendo Dio tutti i giorni della sua carne, riconosciamo di parlare di qualcosa che non comprendiamo appieno; ma ciò non ci impedisce affatto né di crederlo e neppure di proclamarlo. "Senza contraddizione, grande é il mistero della pietà" (1 Tim. 3:16). A Cristo Gesù, nostro Dio e Salvatore, sia la gloria ora e in eterno. Amen.

Il sacerdozio di Cristo

Dio, dopo avere tratto il popolo d’Israele dall’Egitto per mezzo di Mosè, lo condusse al monte Sinai, sul quale oltre che a promulgare la legge comandò a Mosè di dire al popolo d’Israele che gli facessero un santuario,

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infatti gli disse: "Mi facciano un santuario perch’io abiti in mezzo a loro. Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello del tabernacolo e secondo il modello di tutti i suoi arredi, che io sto per mostrarti" (Es. 25:8,9); questo tabernacolo fu costruito, ma era solamente un santuario terreno che raffigurava quello perfetto che è nel cielo. È scritto: "Fu preparato un primo tabernacolo, nel quale si trovavano, il candeliere, la tavola, e la presentazione dei pani; e questo si chiamava il Luogo santo. E dietro la seconda cortina v’era il tabernacolo detto il Luogo santissimo, contenente un turibolo d’oro, e l’arca del patto, tutta ricoperta d’oro, nella quale si trovavano un vaso d’oro contenente la manna, la verga d’Aaronne che aveva fiorito, e le tavole del patto. E sopra l’arca, i cherubini della gloria che adombravano il propiziatorio" (Ebr. 9:2-5); in questo santuario terreno vi erano gli atti del culto da compiere e Dio scelse Aaronne e i suoi figliuoli per compierli.
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Aaronne fu costituito da Dio Sommo Sacerdote a pro d’Israele per offrire doni e sacrifici per i peccati del popolo mentre i suoi figliuoli furono fatti sacerdoti. Ora, il Sommo Sacerdote sotto l’antico patto era obbligato a offrire dei sacrifici anche per i suoi peccati, essendo anch’egli un uomo circondato da infermità ed era proprio in ragione di questa sua infermità che egli poteva "avere convenevole compassione verso gli ignoranti e gli erranti" (Ebr. 5:2). Il Sommo Sacerdote era il solo che entrava nel Luogo santissimo "una volta solamente all’anno" (Ebr. 9:7), con del sangue, il quale egli offriva per se stesso e per gli errori del popolo; i sacerdoti invece non potevano entrare nel Luogo santissimo ma solo nel Luogo santo; era qui che essi entravano continuamente per compiere gli atti del culto a loro affidati. Dio, nella legge aveva comandato che una volta all’anno e precisamente il decimo giorno del settimo mese, il Sommo Sacerdote compisse l’espiazione dei suoi propri peccati e di quelli del popolo; egli doveva scannare un giovenco, quale sacrificio per il proprio
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peccato, e portare il sangue d’esso al di là del velo, nel Luogo santissimo e aspergere di sangue, col dito, il propiziatorio che era sull’arca, dal lato d’oriente e fare "sette volte l’aspersione del sangue col dito, davanti al propiziatorio" (Lev. 16:14), poi egli doveva scannare il capro del sacrificio per il peccato che era per il popolo e portare il sangue d’esso di là dal velo e fare di questo sangue quello che aveva fatto del sangue del giovenco, cioè l’aspersione sul propiziatorio e davanti al propiziatorio; era così che il Sommo Sacerdote compiva l’espiazione dei suoi peccati e di quelli del popolo. Dio disse a proposito di quel giorno: "In quel giorno si farà l’espiazione per voi affin di purificarvi: voi sarete purificati da tutti i vostri peccati davanti all’Eterno... Questa sarà per voi una legge perpetua, per fare una volta all’anno per i figliuoli d’Israele, l’espiazione di tutti i loro peccati" (Lev. 16:30,34).
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Ora, Dio avendo concluso con la casa d’Israele e con la casa di Giuda e con noi Gentili che abbiamo creduto, un nuovo patto (un patto migliore del primo) ha costituito un altro Sommo Sacerdote nelle cose concernenti Dio e lo ha preso di fra gli uomini e lo ha stabilito sacerdote per l’eternità, infatti Dio ha detto al Figliuolo: "Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec" (Ebr. 5:6; Sal. 110:4). A tale riguardo è necessario dire che il Figlio di Dio, per avere convenevole compassione verso noi e per potere venire in aiuto a noi progenie d’Abramo, "doveva essere fatto in ogni cosa simile ai suoi fratelli" (Ebr. 2:17) e difatti è proprio perchè i figliuoli di Dio partecipano del sangue e della carne che anch’egli vi ha similmente partecipato. Quindi, il Figlio di Dio,
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per diventare un fedele e misericordioso Sommo Sacerdote nelle cose appartenenti a Dio e per compiere l’espiazione dei nostri peccati, dovette prendere forma di servo e divenire simile agli uomini ed oltre a ciò dovette soffrire, ed è proprio a motivo delle sofferenze da lui patite nei giorni della sua carne che Egli può aiutarci, secondo che è scritto: "In quanto egli stesso ha sofferto essendo tentato, può soccorrere quelli che sono tentati" (Ebr. 2:18). Fratelli, bisognava che il Figlio di Dio fosse tentato dal diavolo, perciò egli fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato da Satana; bisognava che il Figlio di Dio soffrisse, perciò egli soffrì molte cose dai capi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani e fu reietto da quella generazione peccatrice. La Scrittura dice: "Per condurre molti figliuoli alla gloria, ben s’addiceva a Colui per cagione del quale sono tutte le cose e per mezzo del quale
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sono tutte le cose, di rendere perfetto, per via di sofferenze, il duce della loro salvezza" (Ebr. 2:10) e difatti è proprio in ragione delle sue sofferenze che il Figlio di Dio è stato reso perfetto per sempre ed è divenuto un fedele e misericordioso Sommo Sacerdote. Diletti, è proprio perchè il Figlio di Dio partecipò alla nostra natura umana, che egli potè distruggere la morte e "colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo" (Ebr. 2:14) e liberare "tutti quelli che per il timore della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù" (Ebr. 2:15); un angelo, essendo uno spirito, non avrebbe potuto fare quello che ha fatto Gesù Cristo, perchè solo un vero uomo, santo, giusto e perfetto avrebbe potuto aiutarci e salvarci dai nostri peccati, e grazie siano rese a Dio per avere costituito in favore nostro un tale Sommo Sacerdote, che è stato in virtù di tutte le sue sofferenze reso perfetto per sempre; sì, avevamo proprio bisogno di un tale Sacerdote e questo Dio lo sapeva e lo ha suscitato, il suo nome è Gesù.
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Come Aaronne non si prese da sè l’onore di essere fatto Sommo Sacerdote, così anche Cristo "non si prese da sè la gloria di essere fatto Sommo Sacerdote, ma l’ebbe da Colui che gli disse: Tu sei il mio Figliuolo; oggi ti ho generato" (Ebr. 5:5; Sal. 2:7) e: "Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec" (Ebr. 5:6; Sal. 110:4). Gesù Cristo è Sommo Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec e non secondo l’ordine di Aaronne; "questo Melchisedec, re di Salem, sacerdote dell’Iddio Altissimo, che andò incontro ad Abramo quand’egli tornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse, a cui Abramo diede anche la decima d’ogni cosa, il quale in prima, secondo l’interpretazione del suo nome, è Re di giustizia, e poi anche Re di Salem, vale a dire Re di pace, senza padre, e senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni nè fin
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di vita, ma rassomigliato al Figlio di Dio, questo Melchisedec rimane sacerdote in perpetuo" (Ebr. 7:1-3). Ora, la grandezza di questo Melchisedec è manifesta dal fatto che Abramo, il patriarca, gli dette la decima del meglio della preda, ma anche dal fatto che egli benedisse Abramo, "colui che aveva le promesse" e "senza contraddizione, l’inferiore è benedetto dal superiore" (Ebr. 7:6,7). Melchisedec è superiore ad Aaronne e ai sacerdoti levitici, perchè nella persona d’Abramo, Levi stesso (che era ancora nei lombi d’Abramo, quando questi incontrò Melchisedec) che prende le decime secondo la legge, fu sottoposto alla decima per darla a qualcuno che non era della sua stirpe, cioè a Melchisedec.
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Gesù, il Sommo Sacerdote della nostra professione di fede è disceso secondo la carne dalla tribù di Giuda e non da quella di Levi, alla quale Dio affidò il sacerdozio; qualcuno dirà: ‘Ma che bisogno c’era che sorgesse un altro sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec e non secondo l’ordine di Aaronne? Fratelli, il bisogno c’era, perchè la perfezione non fu resa possibile per mezzo del sacerdozio levitico, perciò Dio ha fatto sorgere dalla tribù di Giuda un altro sacerdote, secondo un ordine più eccellente di quello di Aaronne, per mezzo del quale noi, quanto alla coscienza, siamo stati resi perfetti. Il Sommo Sacerdote della nostra professione di fede è superiore ai Sommi sacerdoti dell’antico
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patto perchè mentre quelli furono fatti tali senza giuramento, lui è stato fatto Sommo Sacerdote con giuramento, secondo che è scritto: "Il Signore l’ha giurato e non si pentirà: tu sei Sacerdote in eterno" (Ebr. 7:21; Sal. 110:4), ed è per questo motivo che il patto del quale Gesù è divenuto garante (cioè il nuovo patto) è più eccellente del primo.

I Sommi sacerdoti sotto l’antico patto erano imperfetti, mentre "la parola del giuramento fatto dopo la legge costituisce (Sommo Sacerdote) il Figliuolo, che è stato reso perfetto per sempre" (Ebr. 7:28); quelli furono fatti in gran numero, "perchè per la morte erano impediti di durare; ma questi, perchè dimora in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette; ond’è che può anche salvare appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre

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08/05/2011 18:59

intercedere per loro" (Ebr. 7:23-25). Fratelli, Gesù Cristo morì, ma il terzo giorno risuscitò e la morte non lo signoreggia più; egli è alla destra di Dio dove intercede per noi del continuo. Gesù fa da mediatore fra Dio e noi ed è perciò che noi ci avviciniamo a Dio con piena certezza di fede, sicuri che Egli ci ascolta e ci esaudisce, perchè ci accostiamo a Lui nel nome del suo Figliuolo che è Sacerdote in eterno.

I Sommi sacerdoti, sotto la legge, dovevano ogni anno offrire il sangue di becchi e di vitelli per compiere l’espiazione dei loro peccati e di quelli del popolo, ma Gesù Cristo ha offerto se stesso una volta per sempre per i nostri peccati. La Scrittura dice: "La legge, avendo un’ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose, non può mai con quegli stessi sacrifici, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, rendere perfetti quelli che s’accostano a Dio.

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Altrimenti non si sarebb’egli cessato d’offrirli, non avendo più gli adoratori, una volta purificati, alcuna coscienza di peccati? Invece in quei sacrifici è rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati; perchè è impossibile che il sangue di becchi e di tori tolga i peccati" (Ebr. 10:1-4); questo significa che benchè gli Israeliti offrissero quei sacrifici per i loro peccati, i loro peccati erano annualmente ricordati da Dio, essi non sparivano mai dalla loro coscienza, perchè quei sacrifici erano imperfetti e prefiguravano l’espiazione che l’Agnello di Dio avrebbe compiuto negli ultimi giorni; gli Israeliti persistevano ad avere coscienza di peccati perchè quelle dei sacrifici erano solo regole carnali che Dio aveva stabilito per un determinato tempo, per annullarle poi nella pienezza dei tempi; questa è la ragione per cui è scritto: "Non possono quanto alla coscienza rendere perfetto colui che offre il culto" (Ebr. 9:9); si trattava solo di bestie grasse, di sangue di animali, come avrebbero mai potuto queste cose annullare il peccato, cancellandolo dalla coscienza
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08/05/2011 19:00

di colui che le offriva? Era impossibile che la coscienza fosse resa perfetta mediante il sangue di tori e di becchi, ma quello che era impossibile al sangue di tori e di becchi, l’ha compiuto il sangue di Gesù Cristo, secondo che è scritto: "Il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte..." (Ebr. 9:14). Fratelli, la nostra coscienza che era contaminata dai peccati è stata purificata mediante il sangue di Cristo; quando noi siamo stati lavati e cosparsi col sangue di Gesù Cristo, i nostri peccati sono stati tolti via, il loro ricordo è svanito e non c’è più nel cospetto di Dio perchè Dio ha detto: "Non mi ricorderò più dei loro peccati" (Ebr. 8:12; Ger. 31:34). Dio dice: "Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube, i tuoi peccati come una nuvola" (Is. 44:22); i nostri vecchi peccati come nuvole nere ottenebravano e avvolgevano la nostra coscienza da tutte le parti, ma Cristo con il suo sangue li
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ha fatti sparire ed essi non si vedono più neppure all’orizzonte. Paolo dice: "Voi, dico, Egli ha vivificati con lui, avendoci perdonato tutti i falli" (Col. 2:13), tutti, non solamente alcuni, perchè "il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato" (1 Giov. 1:7). Ciò che fa il sangue di Gesù nel cuore di colui che riceve il Signore è un’opera perfetta, senza difetto, perchè gli toglie tutti i vecchi peccati; per questo noi siamo in obbligo di rendere del continuo grazie a Dio per il sangue dell’Agnello senza difetto e senza macchia, che fu sparso al Golgota. Il Sommo Sacerdote della nostra professione di fede, dopo avere offerto se stesso per rendere perfetta la nostra coscienza è entrato pure lui in un santuario, e sapete dove? "Nel cielo stesso", dice la Scrittura, e non in un santuario fatto con mano "figura del vero" (Ebr. 9:24); è scritto che Gesù "attraverso il tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto con mano, vale a dire, non di questa creazione, e non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre
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