LA CONVERSIONE DI SAULO

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Esodo 1: “Dio Predispone tutto”

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2011 16:52
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28/05/2011 19:30

Dio udì
Dio udì il loro gemito, e le loro grida. Anche se non erano in grado di fare richieste chiare, e le loro erano solamente delle grida, Dio era in grado di capire tutto quello che c’era dietro le grida. Dio conosceva a fondo i loro cuori.

Ci sono volte in cui noi non sappiamo come pregare. Chi è figlio di Dio oggi ha la preziosa promessa che lo Spirito Santo di Dio intercede per noi, quando non sappiamo pregare. Leggiamo di questo in Romani 8:22

“22 Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; 23 non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo. 24 Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? 25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, l’aspettiamo con pazienza. 26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.” (Romani 8:22-27 NRV)
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Che meravigliosa benedizione. Dobbiamo pregare, e Dio ci insegna a pregare con intelligenza, e a fare richieste specifiche. Però, ci sono volte in cui non sappiamo pregare, volte in cui la nostra sofferenza è tale che non riusciamo a formulare delle preghiere. In questi casi gemiamo, e lo Spirito Santo, che conosce il nostro cuore, e conosce anche il cuore di Dio, e sa la perfetta volontà di Dio per noi, intercede per noi, chiedendo la cosa giusta per noi.

Quindi, anche quando non sappiamo che cosa chiedere a Dio, Dio sa quello che abbiamo nel nostro cuore. Dio ode perfino quello che non sappiamo rendere a parole. Dio è il Dio che ascolta.

Però, dobbiamo anche ricordare che quando abbiamo un peccato che non abbandoniamo, Dio non ci ascolta. Molti anni dopo questi avvenimenti, gli Ebrei presumevano che Dio li avrebbe ascoltati sempre, e perciò, Dio dichiarò loro, tramite Isaia.

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28/05/2011 19:30

1 Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; 2 ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto.” (Isaia 59:1-2 NRV)
Dio è capace di sentire anche i gemiti che non si riescono a rendere a parole, però, quando una persona ha un peccato che non vuole abbandonare, Dio non ascolta la sua preghiera, per quanto eloquente possa essere. Dio è un Dio santo, e non ascolta qualsiasi preghiera. Però, quando gridiamo con cuore umile, Dio sente tutto. Quando non sappiamo come dovremmo pregare, lo Spirito Santo intercede per noi, se siamo figli di Dio.

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Dio si ricordò del suo patto
Alora, Dio udì. Poi è scritto che Dio si ricordò. Leggiamo.

24 Dio udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe. 25 Dio vide i figli d’Israele e ne ebbe compassione.”

Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isaaco e con Giacobbe.

Gli Ebrei non meritavano l’aiuto di Dio, infatti, non erano meglio di altri popoli. Il motivo per cui Dio era attento al loro grido era a causa del suo patto con Abraamo, con Isaaco e con Giacobbe.

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Se ricordiamo, in Genesi 12:1-3; 15:18-21; 17:1-21, Dio fece il suo patto con Abraamo, che poi lo ripeté con Isaaco e con Giacobbe. In quel patto, promise ad Abraamo di fare dei suoi discendenti una grande nazione, di dare loro la terra promessa, e di benedire il mondo tramite il Messia, che sarebbe stato un discendente d’Abraamo.

Dio aveva detto ad Abraamo che i suoi discendenti avrebbero passato quattrocento anni in Egitto come schiavi, e che poi Dio li avrebbe liberati per portarli nella terra promessa. Al punto del brano di oggi, siamo arrivati quasi alla fine di quei quattrocento anni, e perciò, Dio si ricordò del suo patto, e fu pronto a liberarli dalla schiavitù dell’Egitto.

Quindi, la ragione per cui Dio aveva riguardo agli Ebrei era che essi erano i discendenti di Abraamo, e perciò, erano inclusi nel patto che Dio aveva fatto con Abraamo. Dio è sempre fedele alla sua parole, e mantiene sempre i suoi patti, e per questo motivo, la liberazione degli Ebrei era una cosa certa.

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28/05/2011 19:31

Chi è figlio di Dio oggi fa parte di un altro patto, il patto che Dio fece per mezzo del sacrificio e la risurrezione di Cristo Gesù. In questo patto, chiamato il Nuovo Patto, Dio adotta come figli tutti coloro che si ravvedono di cuore e pongono tutta la loro fede in Cristo Gesù. Chi fa parte di questo patto sarà curato da Dio, come lo erano gli Ebrei.

Quando prendiamo la cena del Signore, è proprio per ricordare il sacrificio di Cristo Gesù, e il nuovo patto nel suo sangue.

“23 Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, 24 e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 25 Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue ; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. 26 Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga». (1 Corinzi 11:23-26)
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28/05/2011 19:31

Il nostro diritto di presentarci liberamente al Padre è dovuto interamente al nuovo patto di cui facciamo parte, patto che è stato comprato per noi con il sangue di Cristo Gesù. L’uomo peccatore non può avvicinarsi a Dio per conto proprio. Solamente chi fa parte del nuovo patto ha accesso a Dio.

Similmente, durante il tempo in cui gli Ebrei erano in Egitto, il Signore ascoltava le loro grida a motivo del patto che aveva fatto con Abraamo, Isaaco e Giacobbe.

Dio vide i figli d’Israele
Continuando il nostro brano, vediamo che Dio udì i loro gemiti, Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, e poi, leggiamo che Dio vide i figli d’Israele.

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28/05/2011 19:32

Quando la Bibbia dichiara che Dio vede qualcuno, il senso è più che il semplice fatto di vedere con gli occhi. Dio vede tutto quello che succede nell’intero universo. Il senso di questa frase è che Dio prende nota, guarda con attenzione, per aver cura della persona.

In Salmo 34:15, leggiamo:

“Gli occhi del SIGNORE sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti al loro grido.” (Salmi 34:15 NRV)
Quindi Dio vede qualcuno nel senso che sta attento, per aver cura di quella persona. Un mamma tiene d’occhio suo figlio; anche se potrebbe vedere altri bambini, guarda suo figlio in modo particolare, con una cura speciale. Questo è il senso che abbiamo qui. Dio, ricordando il suo patto con Abraamo, guardava gli Ebrei per avere cura di loro.
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Dio ne prese conoscenza
Arriviamo ora al quarto verbo che descrive la reazione di Dio verso gli Ebrei. Abbiamo già visto che Dio udì, Dio si ricordò, Dio vide. Ora, leggiamo:

25 Dio vide i figli d’Israele e ne ebbe compassione.
Nella versione Nuova Diodati, leggiamo: E DIO guardò sui figli d’Israele, e DIO si prese cura di loro.

Nella versione Diodati, leggiamo: “E Iddio riguardò a’ figliuoli d’Israele, e ne prese conoscenza.” (Esodo 2:25 DIODATI)

La parola Ebraica usata qui vuol dire, letteralmente, “prendere conoscenza”, o “conoscere qualcuno”. Quindi, la traduzione più precisa è “ne prese conoscenza”.

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28/05/2011 19:32

Vediamo questa stessa parola in Esodo 3:7.

“Il SIGNORE disse: «Ho visto, ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni.” (Esodo 3:7 NRV)
Qui, la stessa parola viene tradotta “conosco” nella frase “infatti conosco i suoi affanni”.

Quando la Bibbia dice che Dio conosce qualcuno, non vuole dire che prima Dio non conosceva una persona o degli avvenimenti, e poi li ha scoperti. Dio non può scoprire nuove cose, perché sa già tutto di tutto. Perciò quando la Bibbia dice che Dio conosce qualcuno, vuol dire che Dio guarda quella persona con favore, e si prende cura di quella persona. In questo caso, dato che gli Ebrei erano in grande sofferenza, la traduzione “ne ebbe compassione” è il senso del termine.

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28/05/2011 19:32

Quindi, Dio, ricordandosi del suo patto con Abraamo, Isacco e Giacobbe, e vedendo la sofferenza degli Ebrei, scelse, in questo momento, di dare inizio al suo piano per liberarli dall’Egitto, per manifestare la sua cura particolare per loro in modo visibile.

Dio guardava a loro con compassione perché erano il popolo del patto, non perché avevano qualche merito in loro stessi, perché non ne avevano. Adoravano idoli ed erano grandi peccatori. Peggio ancora, Dio sapeva come avrebbero peccato nel futuro. Per causa loro, Dio non avrebbe avuto alcuna pietà di loro, non avrebbe avuto compassione di loro. Tutta la compassione e la cura che Dio stava per manifestare, era per merito del patto che Dio aveva stabilito con Abraamo.

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28/05/2011 19:32

Dio scelse di avere compassione degli Ebrei. Quando Dio sceglie di fare qualcosa, possiamo essere sicuri che Egli farà tutto quello che ha in mente da fare. Nessuno può ostacolare l’opera di Dio. Infatti, questo brano è una introduzione che ci prepara per le grandi opere di Dio che iniziamo già a vedere nel prossimo capitolo.

Conclusione
Oggi, abbiamo considerato i versetti conclusivi del capitolo 2 di Esodo. Questi versetti sono una parentesi fra il racconto della prima parte della vita di Mosè, e le grandi opere che inizieranno in Esodo 3. Questi versetti sono molto importanti, perché ci aiutano a capire meglio la persona di Dio.

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28/05/2011 19:33

Prima, ci aiutano a capire che Dio conosce ogni dolore nel nostro cuore. Quando gli Ebrei non erano in grado di pregare per una cosa specifica a Dio, Dio comunque sentiva i loro gemiti e sentiva le loro grida, e conosceva esattamente la loro situazione. Dio conosce ogni nostro dolore e ogni nostra paura e ogni nostra difficoltà. Quando ci troviamo in una situazione così dolorosa che non sappiamo nemmeno come pregare, lo Spirito Santo di Dio intercede per noi, ed Egli sa esattamente qual è il modo migliore di pregare. Quindi, possiamo rallegrarci, e trovare grande conforto nel sapere che Dio conosce a fondo ogni nostra situazione.

Abbiamo inoltre visto che Dio ascoltava gli Ebrei a causa del patto che Egli aveva fatto con Abraamo. Nessun uomo ha diritto a Dio per i propri meriti. L’unico accesso a Dio che possiamo avere è l’accesso per mezzo del patto che Dio ha stabilito con coloro che Egli salva per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo.

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28/05/2011 19:33

Che accesso meraviglioso! Chi appartiene a Dio per mezzo del patto stabilito mediante il sangue di Cristo Gesù, ovvero, per mezzo del sacrificio di Cristo sulla croce, ha libero accesso a Dio, ha un’eredità eterna, ha la promessa che Dio non lo lascerà e non lo abbandonerà mai! Chi fa parte di questo patto è diventato un vero figlio di Dio, e riceve le cure paterne del Creatore di tutto l’Universo. Il patto di Dio è un patto irrevocabile, non per merito di coloro che ne fanno parte, ma per Dio che stabilì il patto.

Il brano di Romani 11, parlando d’Israele, e di come Dio sta in questo momento salvando principalmente stranieri, cioè, coloro che non sono Giudei, spiega che l’amore che Dio ha per i Giudei non è dovuto ai loro meriti, né al fatto che essi credano già nel Vangelo, perché per ora, la maggioranza non credono nel Vangelo, ma in base alla chiamata che Egli ha dato a loro in Abraamo. Leggiamo Romani 11:25-29

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28/05/2011 19:33

23 Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. 24 Infatti se tu sei stato tagliato dall’olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell’olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo. 25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; 26 e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: «Il liberatore verrà da Sion. 27 Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati». 28 Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne l’elezione, sono amati a causa dei loro padri; 29 perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili.” (Romani 11:23-29 NRV)
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28/05/2011 19:33

Dio ama ancora i Giudei, non per merito loro, ma a causa del patto che Egli fece con Abraamo, Isaaco e Giacobbe, i “padri” a cui questo brano si riferisce. Israele ha ricevuto una chiamata in Abraamo, e per questo, quel popolo rimange scelto da Dio.

Il fatto che Dio ama ancora noi che siamo salvati è dovuto al nuovo patto fatto con il sacrificio di Gesù Cristo. Dio ama e ha perfettamente cura chi è incluso in questo patto. Perciò, voi che siete veri credenti, non angustiatevi di nulla, non siate in ansia. Il nostro Padre celeste ci ama con un amore eterno, in Cristo Gesù.

Tutte le cose che Dio fece per salvare gli Ebrei dall’Egitto, e per portarli nella terra promessa, e tutto il resto, lo fece a causa del suo patto con Abraamo. Tutte le cure che Dio ha per chi è salvato oggi sono dovute al patto in Cristo Gesù. Rallegriamoci ed esultiamo in Cristo!

Rallegriamoci che Egli sente ogni nostro gemito e ogni grido. Egli sente, vede, e ha compassione di noi, per mezzo di Cristo Gesù il nostro Signore e Salvatore.

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28/05/2011 19:34

Guardando la Ricompensa
Esodo 3:1-6
filename: 02-03-01.doc - Sermone 4 su Esodo, di Marco deFelice, per 27 ottobre, 2002
Riassunto degli avvenimenti finora
Dio scelse Abraamo, e fece un patto con lui: quello di dargli una discendenza, di dare alla discendenza la terra promessa, e di provvedere il Messia per mezzo della discendenza di Abraamo.

Inoltre, Dio annunciò ad Abraamo che la sua discendenza avrebbe vissuto in Egitto per quattrocento anni in schiavitù, e che poi Dio li avrebbe liberati. Leggiamo questo in Genesi 15.

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28/05/2011 19:34

“13 Il SIGNORE disse ad Abramo: «Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro: saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni; 14 ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati servi e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze.” (Genesi 15:13-14 NRV)
Esodo è la storia del modo in cui Dio adempì questa parola ad Abraamo. Infatti, Dio adempie sempre la sua parola. La Bibbia ci dimostra, volta dopo volta, che Dio dichiara prima quello che farà, e poi, porta a termine quello che aveva dichiarato. Nulla e nessuno può impedire a Dio di portare a termine tutto ciò che ha annunciato, esattamente come l’ha annunciato.

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28/05/2011 19:34

Meditare su questa verità, ci aiuterà molto ad avere più fede in Dio. Sapendo che Dio ha sempre mantenuto la sua parola nel passato, e che Dio non cambia mai, possiamo stare tranquilli che Dio manterrà sempre la sua parola anche in futuro. Perciò, ogni promessa che riguarda noi è una promessa sicura.

Tornando ad Esodo, quando arriviamo al capitolo tre di Esodo, i quattrocento anni annunciati da Dio stanno per finire. Il tempo della liberazione dall’Egitto sta arrivando.

In Esodo 2, troviamo l’inizio della storia di Mosè. Ricordiamo che Mosè nacque in un periodo in cui il faraone stava uccidendo tutti i bimbi maschi che nascevano. Nella provvidenza di Dio, la vita di Mosè fu salvata, e lui fu preso dalla figlia del faraone come figlio, e crebbe nel palazzo reale, e ricevette la migliore istruzione dagli Egiziani.

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28/05/2011 19:34

A quarant’anni, Mosè lasciò il palazzo per vedere i suoi fratelli Ebrei. Uccise un Egiziano che stava maltrattando un Ebreo, e quando il faraone lo scoprì, Mosè dovette fuggire per salvarsi la vita. Arrivò nel deserto di Madian, dove conobbe una famiglia dalla quale ebbe una moglie, e Mosè divenne pastore di pecore per suo suocero. Fu pastore nel deserto per quarant’anni.

Gli avvenimenti nel brano di oggi accadono a questo punto della vita di Mosè, cioè, dopo quarant’anni come principe d’Egitto, e poi quarant’anni come pastore in mezzo al deserto. In quel periodo, sua moglie gli diede due figli, e perciò, egli imparò ad essere padre. Però, avrà passato tantissimo tempo da solo nel deserto, con le pecore. Era una vita umile e solitaria.

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