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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:39
    Se il giusto si tira indietro...

    "Guardate, fratelli, che talora non si trovi in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che vi porti a ritrarvi dall'Iddio vivente; ma esortatevi gli uni gli altri tutti i giorni, finché si può dire: 'Oggi', onde nessuno di voi sia indurato per inganno del peccato; poiché siam diventati partecipi di Cristo, a condizione che riteniam ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio" (Ebr. 3:12-14).

    Questi versi della Scrittura ci dicono che noi figliuoli di Dio, eredi di Dio e coeredi di Cristo, dobbiamo stare attenti a non fare posto nel nostro cuore all'incredulità perché essa ci porterebbe ad abbandonare Dio, la rocca del nostro cuore, Colui che ci ha eletti affinché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui nell'amore. E che fine ci aspetterebbe se non la perdizione eterna? Dice infatti sempre la Scrittura che quelli che si traggono indietro lo fanno "a loro perdizione" (Ebr. 10:39).

    Che ci serva di monito quello che accadde agli Israeliti che nel deserto quando arrivarono ai confini con la terra di Israele e Dio ordinò loro di prendere possesso della terra che aveva promesso ai loro padri, per cagione della loro incredulità (Mosè disse infatti: "Non aveste fiducia nell'Eterno, nell'Iddio vostro" [Deut. 1:32]), non furono fatti entrare nella terra promessa ma furono condannati a vagare per quaranta anni nel deserto fino a che ognuno di essi non fosse perito.

    Dio è santo e si disgusta di coloro il cui cuore si ritrae da lui secondo che è scritto: "Il mio giusto vivrà per fede; e se si trae indietro l'anima mia non lo gradisce" (Ebr. 10:38). Egli vuole quindi che noi perseveriamo nella fede fino alla fine, e che quindi noi crediamo nel Vangelo fino alla fine così come ci credemmo al principio della nostra nuova vita.

    In mezzo alle afflizioni, alle prove, agli scoraggiamenti e alle delusioni, continuiamo a riguardare a Gesù, duce e perfetto esempio di fede, sapendo che alla fine della nostra vita su questa terra se avremo serbato la fede fino alla fine ci attenderà la gloria di Dio. Come Gesù sopportò la croce sprezzando il vituperio a motivo della gioia che gli era posta dinanzi, anche noi continuiamo a sopportare ogni sofferenza a motivo della gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo. Di certo la nostra speranza non sarà frustrata, perché Dio è fedele.

    "Or a Colui che è potente da preservarvi da ogni caduta e da farvi comparire davanti alla sua gloria irreprensibili, con giubilo, all'Iddio unico, Salvator nostro per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potestà, da ogni eternità, ora e per tutti i secoli. Amen" (Giuda 24-25).

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:39
    Le buone e le cattive compagnie

    Salomone ebbe a dire: "Chi va coi savi, diventa savio, ma il compagno degli insensati diventa cattivo" (Prov. 13:20). Ecco perché noi ci dobbiamo studiare di metterci solo con coloro che sono savi di cuore e che sono quindi timorati di Dio, ed evitare invece di metterci con gli insensati che invece di timore di Dio non ne hanno, perché stando con i primi non si può che diventare saggi mentre con i secondi si diventa cattivi e difatti Paolo ha detto che le cattive compagnie corrompono i buoni costumi (cfr. 1 Cor. 15:33). Quanti credenti nel mettersi con gente insensata si sono corrotti e sviati dalla fede! Bada molto bene quindi, fratello, alle compagnie che frequenti.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:39
    Ho creduto, perciò parlo

    "Ho creduto, perciò ho parlato", dice un passo della Scrittura (cfr. 2 Cor. 4:13) di cui Paolo diceva di avere il medesimo spirito di fede che si trova in esso.

    Anche noi crediamo, e perciò parliamo, perché anche noi abbiamo in noi quello stesso spirito di fede. Ma che cosa crediamo e proclamiamo? Noi crediamo e proclamiamo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, mandato da Dio Padre nel mondo, per morire sulla croce per le nostre trasgressioni e risuscitare dai morti il terzo giorno per la nostra giustificazione. In questa maniera Iddio ci ha riconciliati con Lui per farci poi comparire davanti a Lui santi e irreprensibili se pur perseveriamo nella fede, fondati e saldi, non essendo per nulla smossi dalla speranza del Vangelo. Crediamo e proclamiamo dunque che viene il giorno in cui Dio, come risuscitò Cristo, risusciterà anche noi e ci farà comparire dinanzi al trono della sua gloria.

    Credi tu queste stesse cose? Se le credi, proclamale assieme noi. Non ti vergognare di farlo. Anche se i savi di questo mondo ti diranno che sei un pazzo, che la molta dottrina ti mette fuor di senno, che quello che tu dici non ha senso alcuno per loro, dico, tu continua a credere e a proclamare questo messaggio. Esso è sapienza e potenza di Dio, checché ne dica il mondo. Esso è l'unico messaggio che se creduto libera dal dominio del diavolo perché libera l'uomo dal peccato. Ecco perché la diffusione di questo messaggio incontra la forte opposizione del diavolo in qualsiasi parte del mondo, perché il diavolo sa che chi si trova sotto il dominio del peccato (da lui amato e da lui diffuso e da lui usato per tenere schiave le persone) se accetta questo messaggio viene all'istante liberato da esso, trovando la salvezza dell'anima sua, e lui non vuole che i suoi schiavi siano liberati ma li vuole tenere sotto di sé per menarli nel fuoco eterno.

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    00 08/05/2011 18:39
    Non siate ansiosi

    "Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma in ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie. E la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza, guarderà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù" (Fil. 4:6-7).

    L'Iddio che ha fatto i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, ci è Padre avendoci adottati come suoi figliuoli in Cristo Gesù. Egli ci ama di un grande amore, Egli si cura di noi, Egli vuole farci del bene, Egli è vicino a noi. Ecco perché noi non dobbiamo diventare ansiosi circa le cose di cui necessitiamo, perchè Egli è con noi per supplire ad ogni nostra necessità. Invochiamolo piuttosto, come dice Paolo, in ogni nostro bisogno, facciamolo con fede senza stare punto in dubbio, e vedremo che nel nostro cuore Dio farà regnare la sua grande pace. "A colui che è fermo nei suoi sentimenti, tu conservi la pace, la pace perché in te confida" (Is. 26:3), dice il profeta Isaia. E' proprio così, ho sperimentato sia le parole di Paolo che quelle di Isaia tantissime volte, nei momenti più brutti, quando non sapevo proprio cosa fare. Confidando in Dio e invocandolo, Egli mi ha protetto e guidato con la sua pace. Era questa che mi attestava che Dio si stava prendendo cura di me, che Lui non si disinteressava di me, e che presto Lui mi avrebbe risposto. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:40
    Abbiate fede in Dio

    Siamo verso le tre del mattino, i discepoli del Signore sono sulla barca sul mare di Galilea, e a motivo del vento contrario si affannano a remare. Gesù va verso di loro camminando sul mare. Essi al vederlo, pensano di vedere un fantasma, e dalla paura si mettono a gridare. Ma Gesù li rassicura subito dicendo che è lui. Al che Pietro gli dice: 'Signore, se sei tu comandami di venire a te sulle acque', e Gesù gli dice: 'Vieni'. Pietro smonta dalla barca, fa qualche passo ma poi vedendo il vento viene preso dalla paura e comincia a sommergersi. Ma si mette a gridare: 'Signore, salvami!' Il Signore allora stende la sua mano, lo afferra, e gli dice: 'O uomo, di poca fede, perché hai dubitato?' (cfr. Matt. 14:24-32).

    Questo è un fatto che come ogni altro fatto raccontato nella Bibbia è stato scritto per nostro ammaestramento. Che ci insegna dunque? Che delle parole del Signore non bisogna mai dubitare. Il Signore ha parlato, perché dubitare? Lui non può avere mentito.

    Chi vuole farci dubitare delle promesse del Signore è il diavolo, il nostro avversario; egli infatti vuole infondere nel nostro cuore il dubbio perché tramite di esso riuscirebbe a farci sviare dalla fede. Ma noi sappiamo come opporci a questa sua macchinazione, prendendo lo scudo della fede col quale possiamo spegnere tutti i suoi dardi infuocati (cfr. Ef. 6:16). In mezzo dunque alle persecuzioni, in mezzo alle delusioni che ci procurano i fratelli, in mezzo alle svariate afflizioni che in questo mondo siamo chiamati a soffrire per il Vangelo, resistiamogli stando fermi nella fede e di certo il diavolo fuggirà da noi. ABBIATE FEDE IN DIO. AMEN.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:40
    Amiamoci gli uni gli altri

    "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri" (Giov. 13:35). Queste parole furono pronunciate da Gesù Cristo la notte in cui fu tradito e arrestato, e furono rivolte ai suoi discepoli. Vorrei che notaste che Egli non disse che tutti riconosceranno in noi dei suoi discepoli se in mezzo a noi ci saranno coloro che parleranno in lingue nuove, se ci saranno delle guarigioni, dei miracoli, dei ministeri, delle visioni, dei sogni; ma se noi abbiamo amore gli uni per gli altri. Il segno distintivo dei discepoli di Cristo è dunque l'amore. E questo perché Gesù Cristo stesso, il nostro Maestro, non solo ha insegnato ad amare ma ha dimostrato questo amore verso di noi morendo sulla croce per i nostri peccati. Quando il nostro pensiero va a Gesù la prima cosa a cui pensiamo è il suo amore, il suo sacrificio compiuto per amore nostro; non sono i miracoli, non sono le guarigioni o i segni che lui compì per lo Spirito Santo, ma l'amore. I miracoli e le opere potenti vengono dopo e questo perché l'amore viene prima dei doni dello Spirito Santo. Cosa che è confermata da Paolo che ai santi di Corinto, prima dice di procacciare la carità e poi dice: "Non lasciando però di ricercare i doni spirituali" (1 Cor. 14:1). I doni ci devono essere certo, ma prima ci deve essere l'amore, altrimenti se non c'è l'amore potremmo avere tutti tanta fede da spostare persino le montagne e gli alberi, ma saremmo degli squillanti cembali o dei rami risonanti.

    Oggi, non è difficile incontrare credenti che mettono del continuo enfasi sui doni dello Spirito Santo, sulle potenti manifestazioni dello Spirito Santo, che cercano queste manifestazioni con grande ardore, - cosa giusta contro cui non c'è nulla da dire - e poi, dico, e poi, si dimenticano di consolare l'afflitto, di incoraggiare chi ne ha bisogno, di aiutare materialmente il pastore, di aiutare i poveri che sono nel loro mezzo, di visitare gli ammalati, le vedove, gli orfani che ci sono nel loro mezzo. Costoro si dimenticano che se il Signore non fa loro mancare nulla e gli da beni materiali in abbondanza non è per goderseli solo loro questi beni, ma per farne parte a chi ne ha bisogno. Costoro si dimenticano che Dio li fa camminare con i loro piedi non solo per andare al locale di culto, ma anche per potere andare a visitare gli orfani, le vedove, gli ammalati. Costoro si dimenticano che Dio la lingua non gliela ha data solo per parlare in lingue o per cacciare i demoni o per evangelizzare, ma anche per consolare gli afflitti, per levarsi in favore della giustizia.

    Oggi, si sente parlare di amore ma il problema è che pochi sono coloro che praticano l'amore. C'è un egoismo terrificante in seno alle Chiese, pare che tutto il Cristianesimo si limiti ad andare al culto una volta la settimana o due o tre volte, e di recarsi qualche volta a qualche evangelizzazione, e basta. Fuori dal locale di culto la maggior parte dei credenti non si cercano, non sanno neppure dove abitano i fratelli spesso. Alcuni non sanno neppure come fa di cognome il fratello che si siede magari accanto a lui nel locale di culto. C'è un'indifferenza verso i bisogni spirituali e materiali del proprio fratello che è veramente grande; una cosa che fa soffrire molto chi si trova in qualche bisogno; una cosa certamente da condannare. E chi sperimenta questa indifferenza capisce molto bene le mie parole.

    Tante volte pensando al grande amore che Cristo ha manifestato per noi tutti e poi vedendo l'indifferenza di tanti fratelli sia verso me che verso altri o che non contraccambiano l'amore che gli si mostra, mi viene da domandarmi: 'Ma se Gesù ha dato la sua vita per salvare noi, non dobbiamo anche noi dare la nostra vita per i nostri fratelli?' Non ha forse Gesù stesso detto: "Com'io v'ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri" (Giov. 13:34)? E no, pare proprio che molti vogliono solo essere amati, ma di amare non gli importa proprio nulla. E' bello essere amati, essere cercati, essere stimati, essere sopportati, essere perdonati, essere aiutati; vero? Ma è altresì bello amare, cercare, stimare il fratello, sopportare e perdonare. E' bello ricevere, ma è bello anche dare, anzi Gesù ha detto che c'è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr. Atti 20:35). L'amore non deve essere a senso unico ma deve essere reciproco. Un po' come tra marito e moglie; non deve essere solo il marito ad amare la moglie, ma anche la moglie il marito. Ma ripeto, ad alcuni piace essere amati ma non amare. Questo non è da Dio.

    Che queste mie parole siano uno stimolo per voi fratelli a contraccambiare l'amore che vi viene mostrato .... amiamoci gli uni gli altri.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:40
    Seduttori di menti e di cuori

    "Ella lo sedusse con le sue molte lusinghe, lo trascinò con la dolcezza delle sue labbra" (Prov. 7:21). Ecco quello che dice Salomone a proposito della donna adultera, astuta di cuore, proterva e turbolenta; ella seduce con le sue lusinghe, e trascina dietro a lei i giovani con la dolcezza delle sue labbra. Vorrei che poneste attenzione particolarmente su questo; che chi cade nelle grinfie di questa donna ci cade perché questo tipo di donne malvagie usano parole melate. E non avviene forse la stessa cosa oggi nel campo delle cose spirituali nella Chiesa nel caso di tanti che dicendosi o pastori o evangelisti o dottori o apostoli o profeti riescono a trascinare dietro a loro tanti credenti ingenui usandosi proprio del parlare lusinghevole e dolce? Sì, avviene proprio questo. Nulla di nuovo sotto il sole, già ai tempi di Paolo ce ne erano di queste persone infatti l'apostolo scriveva ai santi di Roma a proposito di coloro che fomentavano le dissensioni e gli scandali contro il sano insegnamento: "Con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore de' semplici" (Rom. 16:18). Come sono chiare le parole di Paolo! Eppure molti credenti non ci credono che le cose stanno proprio così.

    Non vi illudete fratelli, le cose stanno proprio così; questi cattivi operai, nemici della croce di Cristo, il cui dio è il ventre e la cui gloria è in quel che torna a loro vergogna, riescono a sedurre proprio con le loro parole melate, parole false però. Non cercheranno di trascinarvi dietro a loro con parole dure e aspre, ma con parole dolci. Cercheranno di circondarvi di ammirazione per motivi interessati, e con parole finte tenteranno di sfruttarvi. Teneteli d'occhio costoro e ritiratevi da loro, costoro servono solo a fare biasimare il nome e la dottrina di Dio. Nessuno di costoro vi seduca con i suoi dolci ragionamenti.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:40
    Dio converte il male in bene

    "Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio" (Rom. 8:28). E' uno dei versi della Bibbia più conosciuti da tutti i Cristiani di ogni luogo; uno di quei versi che nei momenti in cui si soffre a motivo di giustizia riempiono di consolazione, di grande consolazione. Perché? Perché esso dice che qualsiasi cosa, anche la più cattiva che succede a coloro che amano Dio alla fine sarà convertita in bene a nostro favore da Dio, e sì perché affinché una cosa cattiva possa contribuire al nostro bene è necessario che Dio la converta in bene. Considerate dunque questo; il nostro Dio, Colui che ci ha così tanto amato da mandare il suo unigenito Figliuolo affinché per mezzo di lui noi vivessimo, è potente da convertire il male che gli altri ci fanno - e tra 'gli altri' sono inclusi anche quei credenti che prendono piacere a fare del male ad altri credenti - in bene. Come Egli faccia io non lo riesco a capire appieno; so però che lo fa, eccome se lo fa. Ho visto questo innumerevoli volte nella mia vita; le circostanze le più avverse, le cose più cattive che hanno detto taluni contro di me, le ingiustizie, alla fine Egli le ha convertite in bene. Certo, si soffre molto quando si viene calpestati, quando si viene ingiuriati, oltraggiati, perseguitati e quant'altro - soprattutto da persone che si dicono Cristiani - ma alla fine la sofferenza ci servirà perché essa produrrà in noi pazienza, la pazienza poi produrrà esperienza e l'esperienza produrrà la speranza che non rende confusi perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato (cfr. Rom. 5:3-5).

    Le svariate distrette in cui veniamo a trovarci sono un opportunità per Dio per manifestare la sua bontà, la sua fedeltà, la sua giustizia e la sua potenza nei nostri confronti. Non lo dimentichiamo mai questo. La liberazione è preceduta dalla distretta, altrimenti che liberazione è? La consolazione è preceduta da un dolore; altrimenti che consolazione è? Un atto di giustizia di Dio (vendicativo a nostro favore) è preceduto da un atto o più atti di ingiustizia degli uomini nei nostri confronti; altrimenti che giustizia è? La fedeltà di Dio si manifesta dopo un tempo in cui Dio pare che non si curi di noi. La potenza di Dio si manifesta dopo un momento o più momenti di debolezza da noi passati. Ma una volta sperimentata ancora una volta la bontà di Dio, la sua fedeltà, la sua giustizia, la sua potenza, allora saremo ancora più forti per andare avanti, saremo meglio equipaggiati perché avremo fatto esperienza. Ecco qualche cosa che bisogna tenere in grande considerazione, l'esperienza: perché? Perché è per mezzo dell'esperienza che si viene a conoscere la volontà di Dio verso di noi: dice infatti Paolo: "E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà" (Rom. 12:2). Stando dunque così le cose le afflizioni e le distrette sono necessarie ed utili a noi cristiani.

    Siate consolati voi diletti che soffrite a motivo di giustizia sia per mano di increduli che per mano di credenti; siate forti in mezzo alle vostre afflizioni, il Signore è fedele e vi libererà dalle vostre afflizioni, dopo che avete sofferto per un po' di tempo, e voi riconoscerete ancora una volta la fedeltà e la bontà di Dio. E per questa liberazione quelli che soffrono assieme con voi renderanno grazie a Dio assieme a voi.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:41
    E' arrivata l'estate...

    E' arrivata l'estate anche quest'anno, grazie a Dio. In estate fa caldo, molto caldo in questa nazione; e molti, come si sa, appena ne hanno l'occasione si precipitano sulle spiagge dei laghi, dei fiumi, e dei mari per andarsi a fare il bagno, per andarsi ad abbronzare ecc. Quello che si vede e si sente in questi posti è uno spettacolo di indecenza, uomini e donne seminudi o nudi, parlare scurrile, volgare, a doppio senso, ecc. Anche quest'anno sulle spiagge di questa nazione scoppieranno tanti tradimenti che sfoceranno in suicidi, in omicidi per gelosia, in separazioni e divorzi e per i quali tanti bambini verseranno fiumi di lacrime nel vedere i propri genitori dividersi perché papà ha conosciuto un'altra donna, o mamma ha conosciuto un altro uomo, e dove questo? Al mare, al lago. Purtroppo però tra questi molti che si precipitano in questi luoghi ci sono anche tanti credenti, veramente tanti devo dire.

    Ci sei andato negli anni precedenti e hai cominciato ad andarci anche quest'anno? O forse hai intenzione di andarci? Fratello, sorella, rifletti a quello che stai facendo o che hai intenzione di fare. Non sai che il tuo corpo è il tempio dello Spirito Santo e che Esso ti brama fino alla gelosia (cfr. 1 Cor. 3:16; Giac. 4:5)? Non sai che questo tempio è santo e tu lo devi conservare in santità ed onore in vista del ritorno del Signore (cfr. 1 Tess. 4:3-4)? Non sai che noi figliuoli di Dio dobbiamo glorificare Dio nel nostro corpo (cfr. 1 Cor. 6:20)? Non sai che noi dobbiamo prestare le nostre membra al servizio della giustizia e non più al servizio del peccato (cfr. Rom. 6:19)? Tu forse mi dirai: 'Fratello, ma che male c'è?' Bene ti rispondo; Il male c'è perché vai a scoprirti e a mostrare il tuo corpo seminudo agli occhi degli altri; il male c'è perché vai a vedere uomini e donne seminudi e così facendo vai volontariamente a contaminarti perché il tuo occhio sarà viziato (cfr. Matt. 6:22-23). Deciditi dunque di rinunciare a questa mondana concupiscenza; e ne avrai del bene.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:41
    Gesù Cristo è risorto

    Anni fa, io e mio fratello stavamo evangelizzando a Labico, un paesino della provincia di Roma, e precisamente vicino al lavatoio. Mentre ci trovavamo lì, un ragazzetto (avrà avuto sui 10-11 anni) che si trovava in bicicletta ebbe un problema perché gli uscì la catena della bicicletta. Accortici di questo ci avvicinammo e lo aiutammo a rimettere la catena nei suoi ingranaggi. Cogliemmo quindi l'occasione per parlargli dell'amore di Dio dicendogli che Dio aveva amato il mondo così tanto da dare il suo Figliuolo Gesù sulla croce per i nostri peccati e lo invitammo a credere con tutto il suo cuore in Gesù Cristo. Gli dicemmo a tale proposito di mettersi a pregare Gesù affinché perdonasse tutti i suoi peccati. Al che lui ci rispose: 'Ma io lo prego di già Gesù!' Al che io gli chiesi: 'E cosa gli dici?' La risposta fu questa: 'Gesù, risuscita dai morti!'. Quando sentii quelle parole rimasi meravigliato e gli dissi subito: 'Ma guarda che Gesù è già risuscitato dai morti!' Sembrerà incredibile, eppure quel bambino cattolico non sapeva che Gesù era risuscitato. Con molta probabilità l'immagine del Gesù rappresentato sempre crocifisso che la Chiesa Cattolica romana espone un po' da per tutto aveva avuto un influenza su questo bambino.

    Alcuni non sanno che Gesù è risuscitato, sanno magari che è morto sulla croce ma non sanno che è risuscitato; altri poi non sanno neppure che Gesù Cristo è morto per i nostri peccati. Altri ancora hanno sentito dire che Gesù è morto ed è risuscitato, ma non credono che sia morto e risorto per salvarci. E' nostro dovere annunciare a tutti gli uomini, piccoli e grandi, sia la morte di Gesù Cristo che la sua resurrezione, la morte avvenuta a cagione delle nostre offese, la resurrezione a cagione della nostra giustificazione (cfr. Romani 4:25), ed esortarli a ravvedersi e credere in questi due eventi, che costituiscono la base del messaggio del Vangelo. La fede viene dall'udire, e l'udire si ha per mezzo della Parola di Dio, dice Paolo. Quindi facciamo risuonare in mezzo a questo mondo l'annuncio della Buona Novella, perché questo è il significato della parola 'Vangelo', affinché a coloro che sentiranno venga la fede per accettare il Vangelo ed essere salvati dai loro peccati.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:41
    La terra trema

    Ieri (18 Giugno 2000), la terra ha tremato di nuovo qui in Italia. La scossa di terremoto è stata piuttosto forte, ha avuto l'epicentro in Emilia Romagna e si è sentita fino a Milano. Non ci sono state vittime; tuttavia c'è stato molto spavento tra la gente. I sismologi, come al solito, hanno dato le loro spiegazioni. Ma perché trema la terra? La Parola di Dio dice chiaramente che ciò avviene per l'ira di Dio secondo che è scritto: "Ma l'Eterno è il vero Dio, egli è l'Iddio vivente, e il re eterno; per l'ira sua trema la terra, e le nazioni non posson reggere dinanzi al suo sdegno" (Geremia 10:10). I terremoti dunque sono dei giudizi che Dio manda su questo mondo malvagio e corrotto. E i suoi giudizi sono tutti quanti giusti. Non importa dunque quali siano le spiegazioni che danno gli scienziati; la terra continuerà a tremare anche qui in Italia perché Dio è indignato a motivo della grande malvagità che esiste in questa nazione cosiddetta cristiana.

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    hekamia
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    00 08/05/2011 18:41
    Guardatevi da quegli Evangelici che sono a favore dei sodomiti!

    (Roma, 8 Giugno 2000). Fratelli nel Signore, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

    Tra alcune settimane qui a Roma si dovrebbe tenere una manifestazione di sodomiti chiamata 'gay pride' (che tradotto significa 'orgoglio gay o omosessuale'), su cui in questi giorni si è fatto un grande parlare da parte di tutti i mass-media. Naturalmente questa manifestazione sarà l'occasione per costoro per rivendicare quello che essi chiamano un loro diritto e che lo Stato Italiano per il momento gli sta negando. Questo diritto è quello di 'sposarsi'. E come si sa, se ancora qui in Italia non è stato accordato loro questo cosiddetto diritto è a motivo della pressione che esercita la Chiesa Cattolica Romana che è contraria alla concessione di questo diritto ai sodomiti. Ma mentre la Chiesa Cattolica Romana si oppone, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia non si oppone anzi è a favore della concessione di questo diritto ai sodomiti e contesta alla Chiesa Cattolica Romana questa sua posizione. Ecco quanto si legge nel numero di NEV (Notizie Evangeliche) del 31 MAGGIO 2000 - numero 22.

    Gay Pride/1. Gli evangelici per la "difesa della libertà da ogni rigurgito oppressivo"

    Dichiarazione del pastore Tomasetto, presidente della Federazione delle chiese evangeliche

    Roma (NEV), 31 maggio 2000 - Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Domenico Tomasetto, ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito alla polemica in corso sul Gay Pride, previsto per il prossimo luglio a Roma: "La vicenda della prossima manifestazione, programmata a Roma dalle organizzazioni che rivendicano i diritti degli omosessuali sul terreno giuridico e la caduta delle discriminazioni esistenti sul piano sociale, si aggroviglia ogni giorno di più. Dopo che la Conferenza episcopale italiana (CEI), giudicandola particolarmente offensiva per la sede e per la concomitanza con l'anno giubilare, ne ha chiesto la soppressione, la questione è diventata oggetto di polemica politica e di interventi di carattere istituzionale che inquietano, in relazione all'esercizio in Italia dei diritti di libertà ed alla conclamata laicità dello Stato. In particolare stupisce che il Presidente del Consiglio, dopo aver affermato la sua personale contrarietà all'evento, abbia giustificato l'impossibilità di intervenire in forma repressiva essendo "ostacolato" dall'art. 17 della Costituzione e che il Sindaco di Roma abbia ritirato il patrocinio già concesso, subordinandolo ad "accordi" circa le modalità della manifestazione, con l'evidente intento di condizionarne i contenuti. Quali rappresentanti di una minoranza religiosa, in frequente dialettica con la gerarchia cattolica, siamo fortemente preoccupati dalla presenza di governanti che anziché tutelare la laicità dello Stato e reagire con dignità e fermezza alla pretese confessionali, qualificano i diritti di libertà conquistati dal popolo italiano a prezzo di lotte secolari e talvolta cruente, come un impedimento sul cammino della totale acquiescenza alle pretese della Conferenza episcopale. Così come siamo preoccupati della crescente emarginazione del pensiero laico nell'ambito degli schieramenti politici (e sindacali) che dovrebbero esserne portatori e della supina acquiescenza agli interessi clericali da parte di forze politiche che pure dichiarano di ispirarsi ai principi della liberal-democrazia. Gli evangelici italiani si sentono ancora una volta impegnati nella difesa della libertà da ogni rigurgito oppressivo ed esprimono la loro piena solidarietà a tutti coloro che rischiano di esserne colpiti".

    Gay Pride/2. Favorire l'accoglienza degli omosessuali nella chiesa e nella società

    Dichiarazioni della pastora Bonafede, del prof. Genre, della Federazione giovanile evangelica

    Roma (NEV), 31 maggio 2000 - "Mi sembra quanto mai opportuna la scelta di una minoranza, quella omosessuale, per secoli emarginata e perseguitata, di convenire in quello che è considerato il centro simbolico della cristianità a rivendicare pieno diritto di cittadinanza nel mondo e nella chiesa": è il commento rilasciato all'agenzia NEV dalla pastora valdese Maria Bonafede sulla controversa questione del Gay Pride, la manifestazione per i diritti degli omosessuali programmata per il prossimo luglio a Roma.

    "Il rilievo maggiore e ampiamente internazionale che il Gay Pride vuole assumere quest'anno, compleanno bimillenario del cristianesimo - aggiunge la pastora Bonafede -, ci interpella proprio come chiese cristiane. Il fatto che siano passati 2000 anni senza che ancora sia stata data piena accoglienza, almeno nelle chiese cristiane, a uomini e donne che sperano, credono, amano, deve portare la cristianità a confessare il proprio peccato e a ripensare la propria fedeltà all'Evangelo. C'è una profezia biblica che mi torna in mente con insistenza pensando al Gay Pride: 'Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato' (Gioele 2,32). Vorrei sottolineare questo meraviglioso 'chiunque'. Mi piacerebbe che, l'8 luglio, potesse comparire sulle facciate di tutte le chiese di Roma, cattoliche, evangeliche, ortodosse, questa dichiarazione eversiva della Bibbia, con la parola 'chiunque' evidenziata in rosso, in verde, in blu". La dichiarazione della pastora Bonafede è stata fatta propria dall'assemblea della chiesa valdese di piazza Cavour a Roma, riunita il 28 maggio, che ha inoltre ribadito "che in uno stato laico la salvaguardia della libertà di ciascuno è salvaguardia della libertà di tutti".

    Anche la Federazione giovanile evangelica italiana (FGEI) ha preso posizione sulla questione del Gay Pride a Roma: "Molto grave la posizione di Giuliano Amato - afferma il segretario nazionale della FGEI Alessandro Spanu -, che dimostra ancora una volta come la politica italiana non riesca a fare scelte realmente autonome dalla radicata cultura cattolica. La cristianità - ha aggiunto - deve confrontarsi seriamente con le domande poste dai fratelli e dalle sorelle omosessuali, praticando l'accoglienza e non l'esclusione dalla comunità dei credenti".

    Il pastore Ermanno Genre, decano della Facoltà valdese di Teologia di Roma, si esprime in modo ugualmente critico verso la posizione assunta dal presidente del Consiglio: "Nel nostro paese - afferma -, soprattutto in questo anno del Giubileo cattolico, sembra che contino solo i desiderata del Vaticano: il carattere laico della politica e dello stato viene così pericolosamente offuscato". (Dal sito Internet: dbweb.agora.stm.it/market/evan/nev.htm ; le evidenziature in rosso sono mie)

    Ora, come potete vedere la posizione della FCEI a riguardo dei sodomiti è chiara; essa si auspica che ai sodomiti vengano concessi i diritti che chiedono e quindi anche il diritto di sposarsi tra di loro (sono tuttavia persuaso che non tutti coloro che fanno parte della FCEI siano della stessa idea di Domenico Tomasetto ed altri eminenti esponenti della Federazione). Questa presa di posizione però è del tutto e profondamente sbagliata dal punto di vista biblico, perché se da un lato è vero che la legge italiana concede il diritto alle minoranze di chiedere allo Stato Italiano diritti che ancora non hanno e quindi da questo punto di vista - cioè dal punto di vista politico e giuridico - i sodomiti (considerati una minoranza discriminata) possono fare le loro rivendicazioni (sulla imminente manifestazione a Roma il problema si è creato solo a motivo della sua concomitanza con il Giubileo che è considerato un anno santo e non perché la legge italiana vieta le manifestazioni dei sodomiti e difatti essa si terrà a Roma anche se lontano dal Vaticano); è altresì vero che noi come discepoli di Cristo, riscattati dal presente secolo malvagio mediante il sangue di Cristo, chiamati la luce del mondo e il sale della terra perché siamo una generazione eletta e santa che deve santificarsi nel timore di Dio e dare così l'esempio a questa generazione perversa e peccatrice che chiama il male bene, e il bene male, non possiamo e non dobbiamo essere d'accordo con questa rivendicazione del diritto di sposarsi tra di loro da parte dei sodomiti; e questo perché secondo la Parola di Dio queste persone non hanno questo diritto infatti Dio dice: "L'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e saranno una stessa carne" (Gen. 2:24). L'uomo si può dunque unire in matrimonio ad una donna ma non ad un altro uomo (lo stesso discorso vale ovviamente per la donna che si può unire solo ad un uomo).

    Ma le suddette parole di Dio, oltre che a confermare che l'uomo si può sposare solo con una donna per cui un matrimonio tra uomini o donne è inammissibile, stanno anche a confermare che l'uomo e la donna possono unirsi carnalmente solo se si sposano. La relazione carnale dunque secondo la Parola di Dio è ammessa solo nell'ambito del matrimonio tra uomo e donna. Ogni altra relazione carnale al di fuori del matrimonio tra uomo e donna, è peccato. In riferimento al peccato che commettono i sodomiti unendosi carnalmente (a prescindere che siano o meno 'sposati' secondo una legge umana) esso è contro natura infatti delle città di Sodoma e Gomorra che erano piene di uomini che avevano rapporti sessuali con altri uomini è detto che andarono "dietro a vizi contro natura" (Giuda 7), e Paolo parlando delle donne e degli uomini che si danno a passioni infami con persone dello stesso sesso dice: "Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami: poiché le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura; e similmente anche i maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento" (Rom. 1:26-27). E a conferma che la relazione carnale tra uomo e uomo è condannata da Dio c'è pure il seguente passo della legge: "Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole" (Lev. 18:22). I sodomiti non erediteranno il regno di Dio (cfr. 1 Cor. 6:10) ma saranno gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo perché questa è la parte riservata da Dio agli abominevoli (cfr. Apoc. 21:8). L'unica maniera che i sodomiti hanno per scampare al giudizio eterno, fatto di ignominia e di tormenti atroci, è quella di ravvedersi dai loro peccati e di credere nel Vangelo della grazia di Dio, abbandonando le loro infami passioni. Non importa se i sodomiti si definiscono Cattolici romani, Valdesi, Battisti, Metodisti, Pentecostali o altro; se non si convertiranno dalle loro vie malvage, facendo frutti degni del ravvedimento, periranno.

    Stando dunque così le cose secondo la Parola di Dio che è una lampada splendente in questo mondo di tenebre, checché ne dicano i savi e i principi di questo mondo, qualsiasi presa di posizione da parte di qualsiasi Chiesa che si dica cristiana o evangelica che favorisca o incoraggi il riconoscimento delle coppie omosessuali costituisce una sfacciata, audace e abominevole presa di posizione che va contro la Parola di Dio e quindi contro Dio, perché di fatto si dice che gli omosessuali possono avere tranquillamente relazioni carnali tra di loro quando Dio dice che essi non possono fare simili cose.

    Voglio dunque cogliere l'occasione per esortarvi fratelli a rimanere attaccati alla Parola di Dio e a non essere sedotti dai vani ragionamenti di tanti che in ambito evangelico quantunque abbiano il nome di Cristiano non sono altro che dei ribelli fra i ribelli che si sono gettati la Parola di Dio alle loro spalle. Opponetevi strenuamente a qualsiasi posizione che legittima o tollera la sodomia, confutatela mediante le Sacre Scritture e avvertite i fratelli di guardarsi da tutti coloro che in ambito evangelico sono a favore dei sodomiti (alcuni dei quali per altro sono loro stessi dei sodomiti).

    Termino con queste parole dell'apostolo Paolo: "Niuno vi seduca con vani ragionamenti; poiché è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni; perché già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Conducetevi come figliuoli di luce (poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà e giustizia e verità), esaminando che cosa sia accetto al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele; poiché egli è disonesto pur di dire le cose che si fanno da costoro in occulto" (Ef. 5:6-12)

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